di Monica Nassisi – La verità e ormai nota a tutti , perlomeno a tutti coloro che leggono i giornali, guardano la televisione o navigano in rete. Gli elettori di centrodestra non riescono proprio a comprendere l’atteggiamento dei vertici del Pdl in merito alla candidatura alla Presidenza della Regione Lazio. La candidatura di Francesco Storace ha riacceso la speranza per i cittadini del Lazio:una Regione governata con competenza ed onestà.
L’assurdità è che mentre c’e’ chi si impegna con tutte le forze per vincere , c’è chi studia notte e giorno per perdere e per far perdere la speranza agli Italiani. I quotidiani romani parlano di perdita di un seggio alla Camera ed uno al Senato, oltre al due o tre seggi nel Consiglio Regionale, quale motivo per una scelta di un candidato interno al PdL. Ammesso e non concesso che sia vero, visto che in caso di una sonora sconfitta sarebbero molti di più i seggi a saltare, la poltrona di tre o quattro persone non potrà mai essere motivo sufficiente per compromettere il futuro e rovinare la vita a milioni di cittadini consegnati nelle mani di una sinistra che non sa andare oltre all’immaginazione.
I cittadini non hanno bisogno di immaginare, perché sanno bene cosa significhi una giunta di sinistra, pronta pure a strizzare l’occhio ai “civici” montiani, massacratori dell’Italia. Un errore imperdonabile agli occhi della popolazione. L’odio per la casta, per la politica considerata come mera spartizione di poltrone, nasce proprio da questi comportamenti. Non si può sacrificare l’interesse dei tanti che non hanno lavoro, che non riescono più a curarsi, che non hanno un’abitazione, che sono gli ultimi in casa loro, all’egoismo di quei pochi che hanno già avuto tanto.
E poi non ci si lamenti se l’unica alternativa sembra essere Grillo o se si rinuncia ad andare a votare. Se si dimostra che ciò che vogliono gli elettori non conta proprio nulla, non si può poi chiedere a questi il voto. Un discorso semplice, che anche un bambino capirebbe. Ci pensassero bene, perché è indiscutibile che solo chi sa o pensa di valere poco o nulla ha paura di chi veramente vale. Una volta si diceva che la politica era un’arte nobile.
Bene, dopo tante brutture, cerchiamo di restituirla un po’ di nobiltà alla politica. Si miri a governare per l’interesse della collettività. Altre strade non ce ne sono.