di Igor Traboni – Cominciamo dalla fine: l’ebook di “Ti odio da morire”, romanzo d’esordio di Alessandro Nardone, è stato pubblicato tre giorni fa su iBooks piazzandosi subito al primo posto della classifica dei libri gratuiti. Senza dubbio un successo, soprattutto se consideriamo che, quella di Apple, è di gran lunga la vetrina virtuale più cliccata da lettori e talent scout. Ma non è tutto qui, perché dietro “Ti odio da morire” c’è una storia cominciata nel 2009 – anno in cui, edito da Arduino Sacco, venne pubblicato nella sua versione cartacea – che lo ha visto diventare un vero e proprio caso letterario nazionale. Per ora intendo fermarmi qui, perché voglio che a parlarci del suo romanzo sia direttamente lui, Alessandro Nardone che, tra l’altro, qui al Giornale d’Italia conosciamo molto bene.
Alessandro, verrebbe da dire che il tuo romanzo stia vivendo una seconda vita, come ci si sente da primi in classifica?
Increduli ma anche felici, non c’è dubbio. Non voglio fare l’ipocrita, ovvio che quando mi cimento in qualcosa lo faccio per puntare ad ottenere il migliore dei risultati ma, con altrettanta onestà, ammetto che non mi sarei mai aspettato di trovarmi al primo posto dopo appena venti ore!
Evidentemente si tratta di un genere particolarmente azzeccato per il contesto di iBooks, non credi?
Assolutamente, ma per esperienza credo che un risultato del genere non sia mai figlio di un solo fattore, perché sono molte le cose che possono incidere. Certo è che si tratta di una storia contemporanea, dal titolo accattivante e, a detta dei moltissimi lettori con cui mi sono confrontato, scritta in modo estremamente scorrevole e coinvolgente. A tutto questo, poi, va aggiunto quel potentissimo mezzo di comunicazione che è il passaparola sul web: recensioni di siti specializzati, social network, forum, blog e video virali. Insomma, nulla accade per caso.
Vero, verissimo, ed era proprio qui che volevo arrivare, perché proprio grazie ad una campagna promozionale “viral” sei riuscito a far diventare “Ti odio da morire” un vero e proprio caso nazionale, finendo praticamente su tutti i giornali e vincendo anche, due anni fa, un premio letterario. Ci racconti come hai fatto?
Beh, diciamo che ho dovuto fare di necessità virtù, perché ero sostanzialmente uno sconosciuto al suo esordio, e non avevo un solo euro di budget per promuoverlo, il mio libro. Così, visto che il social networking è anche il mio mestiere e che non difetto di fantasia, ho pianificato una campagna improntata soprattutto all’effetto sorpresa, sfruttando il passaparola delle tante amiche e dei tanti amici reali e virtuali. Il primo step fu il booktrailer, che girai interamente con il mio telefonino, e che aveva un incalzante sottofondo musicale realizzato dal mio amico Simone Tomassini (che ha anche scritto la presentazione del libro), e poi Sylvie…
Già, Sylvie Giustinetti, misteriosa femme fatale di cui si sono occupati, tra gli altri, anche Novella 2000 e Dagospia, protagonista del tuo romanzo ma anche di un vero e proprio caso mediatico…
L’idea di “dare vita” a Sylvie rappresentò la vera e propria svolta, per il mio romanzo. Cominciai creando il suo profilo su Facebook e, siccome si presentava come una donna particolarmente intrigante, riceveva (e riceve ancora) ogni giorno decine e decine di richieste d’amicizia. Allora, visto che moltissime persone cominciarono a domandarmi se Sylvie esistesse davvero oppure no, pensai di giocare sull’equivoco, facendola vivere sul serio, almeno sul web: Sylvie scriveva battute, Sylvie pubblicava le foto dei suoi viaggi, Sylvie rispondeva a tutti, sempre in modo assai provocante, ma mai volgare. Insomma, veniva percepita alla stregua di un personaggio in carne ed ossa. Potenza dei social network.
Poi ci fu quella famosa intervista che sollevò un vespaio, che successe?
A quel tempo avevo un blog molto seguito, che si chiamava ItalianPeople. Erano i giorni dello scandalo relativo al cosiddetto “Noemi gate” (oggi tornato alla ribalta) scaturito dai presunti rapporti di Silvio Berlusconi con Noemi Letizia. Visto che i giornali (soprattutto alcuni) riempivano le prime dieci o quindici pagine di presunti scoop scandalistici, pensai che un intervento di Sylvie ci sarebbe stato benissimo, così scrissi un’intervista in cui le feci dire che fu avvicinata da un politico di primissimo piano, che le propose una candidatura in cambio di… una sculacciata. La pubblicai sul mio blog e sui social network ed il giorno dopo me la ritrovai sulla prima pagina de Il Riformista, in un editoriale in cui venivano citati alcuni virgolettati della “misteriosa pittrice Sylvie Giustinetti”, ovviamente il pezzo venne subito rilanciato anche da Dagospia e poi…
Arrivò Novella 2000.
Esatto. Marianna Aprile fiutò la cosa, contattò Sylvie (ovvero me) tramite Facebook, e facemmo un’intervista di una pagina in cui svelai che Sylvie Giustinetti altri non era che un personaggio di fantasia, la protagonista femminile del mio romanzo e che, ovviamente, quell’intervista era totalmente inventata. Da li in poi, furono moltissimi i giornali ed i blog che si occuparono di “Ti odio da morire” a tal punto che, nell’estate del 2010, fui chiamato a presentarlo insieme a Pierangelo Maurizio del TG5 ai Salotti Letterari di “All’ombra del Colosseo”, occasione per la quale c’inventammo “l’uscita allo scoperto di Sylvie” che, magistralmente interpretata dalla bravissima Cristina Parovel, diede vita ad un vero e proprio coupe de théâtre al quale, ancora una volta, i media diedero grande risalto.
Devo ammettere che avevi ragione quando dicevi che la fantasia non ti manca di certo. Ma proseguiamo: nel dicembre del 2011, con “Ti odio da morire” vinci il Premio Letterario “Fondazione Minoprio” ed oggi, a quattro anni esatti dalla sua pubblicazione, te lo ritrovi primo nella classifica di iBooks. Come mai hai deciso di pubblicarlo gratuitamente?
Innanzitutto mi affascina l’idea di condividerlo con un numero di lettori potenzialmente smisurato, e poi anche perché ho sempre adorato regalare libri, in quanto ritengo che donare una lettura equivalga un po’ a regalare un pezzettino di noi stessi. Ecco, visto che “Ti odio da morire” mi ha regalato tante soddisfazioni, ho pensato che renderlo disponibile gratuitamente a chiunque abbia voglia di leggerlo potesse essere un bel gesto, anche considerando che non stiamo attraversando esattamente un periodo florido, dal punto di vista economico.
Chi volesse scaricarlo come deve fare?
Facilissimo, basta andare su iBooks e digitare “Ti odio da morire”, oppure cliccare sul link che si trova sul sito del romanzo: www.tiodiodamorire.com.
In conclusione, Alessandro, potresti riassumerci in “un tweet” (giusto per rimanere in tema) la trama del romanzo?
Certamente: è una grande storia d’amore che si trasforma in odio, la dimostrazione che, in certi casi, bisogna avere i coraggio di dire basta, se si vuole riprendere in mano la propria vita. Non si vive davvero, se non si è vivi anche dentro.
Leggi l’intervista dal Giornale d’Italia del 17 aprile 2013