Sunday 24th November 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

Lettera aperta a Gabriele Albertini

Lettera aperta a Gabriele Albertini

di Francesco Cappuccio – Se il buongiorno si vede dal mattino, caro Gabriele, meglio stare a casa. La campagna elettorale per il rinnovo della carica a Presidente della Regione Lombardia è iniziata, a mio modesto parere, con un candidato prigioniero del tempo che lo vide sparire. Quelli erano i tempi quando potevi permetterti di essere candidato da un big. Cercare alleanze coi poteri forti. Evitare qualsiasi accenno a programmi politici che potessero dare un’identità alla candidatura. Già l’identità. Gabriele non ti sei accorto, forse tradito dalla foga ispirata dalla voglia di rivincita, che il Paese è cambiato. È cambiata la gente e il rapporto che ha con la politica. Gabriele, con le tue prime mosse in questa campagna elettorale non hai identità nel Paese degli impoveriti, delusi e incazzati. Sembri rivolgerti agli abitanti di Bengodi. Incredibile. Tutti hanno capito che sei il candidato voluto da Roberto (il big?).

Tutti sono rimasti sbalorditi dalla tua soddisfazione per aver conquistato l’appoggio di Luca Cordero e la speranza di avere anche Pierferdinando. Tutti, poi, si stanno interrogando sul significato di “intraprendenza, responsabilità e cuore”. Tutti quelli che sperano, dopo aver visto consegnare la Sicilia alla sinistra del compromesso, di non fare la stessa fine in Lombardia. Un destino, Gabriele, segnato dalla tua volontà  di inseguire vecchie ricette che poco hanno a che fare con la voglia di tutti di sentirsi protagonisti di un cambiamento. Allora sarebbe meglio se cominciassi a incontrare la gente. Quei tutti, che non vogliono Roberto, Luca Cordero, Pierferdinando, intraprendenza, responsabilità e cuore. Quei tutti, che vogliono comportamenti, chiarezza e soprattutto un programma snello e identitario. Che si faccia riconoscere e distinguere. Gabriele sei ancora anonimo, se ti va bene. Vecchio, se si approfondisce la tua conoscenza. Piuttosto che cercare i voti del compromesso, abbi il coraggio di scendere in piazza e confrontarti con la gente. Pensa a quanto sarebbe più facile convincerli a tornare a votare se solo riuscissi a parlare con loro. Se solo riuscissi a dare loro le risposte alle domande che fanno. Apri gli occhi e guarda i dati delle ultime elezioni in Sicilia.

Sono andati a votare un siciliano su due e la vittoria è andata al candidato che è riuscito a garantirsi l’undici per cento dell’Udc. Insomma l’elettorato, impoverito, deluso e incazzato, almeno nella sua maggioranza, è rimasto a casa. Credi davvero, Gabriele, di poter diventare Presidente lasciando a casa anche in Lombardia quella maggioranza di elettori? O preferisci passare alle cronache politiche come il fautore di un reale cambiamento, capace di intercettare e stimolare la voglia popolare di farla finita coi vecchi metodi in politica? I segnali che hai dato in queste prime ore di campagna elettorale, per le regionali in Lombardia, sono la cronaca di un suicidio elettorale annunciato. Che non può essere giustificato dalla tua, seppur naturale e legittima, voglia di prenderti rivincite contro un partito, un apparato, che allora decise di metterti da parte. Se rivincita deve essere, cerca alleati fra chi come te è stato messo da parte. È più facile vincere.

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