(TMNews) – “#iostoconMarco” perché non combatte i nemici ma l’ignavia degli amici”, è il messaggio di Marco Taradash; Aurelio Mancuso scrive: “a Marco Pannella che mette a rischio la sua vita per la dignità di migliaia di detenuti. Vero cristianesimo!”. Alessandro Nardone ricorda: “Marco Pannella si presentò al congresso quando tutti trattavano l’#Msi come un partito di appestati. #Combattente #iostoconMarco” e il presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu scrive: “#iostoconMarco il Governo risponda subito e salvi, insieme ad una vita preziosa, l’onore d’Italia”. Solidarietà anche dal Popolo Viola che sul suo profilo twitter commenta: “Non condividiamo nulla con MarcoPannella ma merita rispetto e solidarietà #iostoconMarco”.
Centinaia anche i messaggi inviati a Marco Pannella tramite Facebook, che hanno registrato oltre 20mila visualizzazioni.
Ieri a Radio Radicale, nel corso della conversazione con Massimo Bordin, Pannella ha così precisato ragioni e obiettivi dell’azione nonviolenta: “L’obiettivo è sempre quello: ottenere che lo Stato italiano interrompa la flagranza tecnicamente criminale in termini di diritto internazionale e della “ex” Costituzione italiana. Mentre continuano ad arrivare conferme dalla giurisdizione europea, abbiamo fornito lo strumento perché questo possa accadere formalmente in dieci giorni. Come episodio enorme, storico, dopo 30 anni di tradimento ed illegalità”. Dunque l’obiettivo è quello che, sotto lo slogan “Amnistia, Giustizia e Libertà”, spinse prima nel Natale 2005 e poi a Pasqua del 2012 migliaia di cittadini a scendere in piazza e tra loro, nel comitato promotore, Giorgio Napolitano, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini, Don Antonio Mazzi, Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Sergio Pininfarina, Giliano Vassalli, Emilio Colmbo e Antonio Baldassarri.” Pannella ha inoltre ricordato che: “i nostri sono gli stessi motivi di fondo che nel 1976 indussero un elenco illustre, senza precedenti, ad aderire all’appello che riuscimmo a pubblicare a pagamento sulle pagine de La Repubblica che, provocando alcune tribune politiche di riparazione prima del voto, permise agli italiani di giudicare per la prima volta le nostre ragioni e battaglie. () Io continuo assolutamente nello sciopero totale di fame e della sete, vedremo se arriveranno nomi vitali come nel 1976, perché quelli urgono. Servono personalità che dicano ‘sono pronto ad essere candidato’.”