di Davide Tedeschini – Ormai è evidente che con Berlusconi in campo è saltata l’orchestrazione del governo tecnico, del governo delle banche; in gergo politico della sinistra e del centro, del piccolo ribaltone, del governo del Presidente. Si ricomincia con gli attacchi ad personam che hanno caratterizzato questi 20 anni con qualche problema in più, gli attacchi provengono dall’Europa. Gli attacchi li portano anche Fini e Casini (insieme a Bersani), attacchi a cui non eravamo abituati con questa puntualità ma ci sono alcuni fatti positivi da prendere in considerazione: per Fini la comparsata della Presidenza della Camera è finita e si riconferma la strategia del centro di buttarsi di qua o di la’ ma anche questa sembra aver fatto il suo tempo, mandando in crisi regioni e comuni e anche da quando le primarie hanno deciso che Bersani è anche il leader del resto del centrosinistra. Così il centrodestra si trova a dover ricomporsi in una squadra distrutta più dalla necessità di alcuni suoi membri di rimanere in parlamento (i soliti Pisanu, Frattini etc…) e non da una vera politica pluralista, che sarebbe anche comprensibile. La vera alternativa è rappresentata dal Lazio, in cui un redivivo Francesco Storace (tonificato dal suo partito in crescita percentuale lenta ma inesorabile: si registra il 9 anche l’ingresso del senatore Alberto Filippi già LN) si pone a capo del centrodestra e della destra dando una vera possibilità di vittoria.
Le candidature della società civile compresa quella della Polverini, si sono dimostrate candidature prima o poi deboli non per qualche loro deficit ma piuttosto perché è difficile combattere contro la sinistra più faziosa di sempre, quella di Roma e del Lazio. Con la caduta di Monti emerge in tutta la sua amarezza la presenza di un’Europa guidata da banche che decidono ora in Italia, poi chissà dove il governo e gli stili di vita. Ecco che infatti si levano voci (piuttosto che dall’Italia), da euroburocrati che nulla hanno a che vedere con la nostra storia, come quella del presidente di turno Schulz (socialdemocratico-‘comunista’), criticato spesso anche dai rappresentanti inglesi per la sua indole collerica e faziosa che senz’altro verrà accompagnato dal giornale tedesco Spiegel e da qualche altro giornale americano, come il Times (che ha appena scritto in merito:”Il ritorno di Berlusconi, disastro per l’Italia”) portavoce delle 4 banche più forti d’America.
Così i mercati (ossia le 20 banche europee francesi e tedesche alle quali abbiamo pagato i debiti) già decidono se investire o meno in titoli italiani, comprare o meno titoli di Stato, far alzare o scendere i valori del listino grazie al ritorno del capro espiatorio: Berlusconi. Ma senza di Lui non è andata meglio.
Se siamo Italiani (o cittadini europei ospiti dell’Italia), non possiamo far altro che renderci conto della gravità di una situazione che si protrae da mesi, innescata dalle risate di Merkel e Sarkozy e a cui la politica italiana deve dare una risposta decisa: abbiamo navigato un anno a vista, tendendo la mano ora a questo ora a quell’investitore estero ma mai risolvendo definitivamente il problema, forse peggiorando la situazione. Sembra addirittura di ritrovarci ancora al punto di partenza, quasi che ci volesse ancora un ‘Monti’, come se Monti non fosse mai venuto. Così non va bene.
Dopo anni, quelle parole pronunciate da Berlusconi contro Schulz al parlamento europeo (maldigerite anche da una parte di Italiani) si rivelano oggi nella loro attualità e ancora una volta pensiamo: “Berlusconi aveva ragione”.
C’è una nuova consapevolezza: Francesco Storace e il popolo de La Destra si sono schierati da sempre contro il governo delle banche di Monti, ecco perché solo su La Destra Berlusconi potrebbe fare affidamento. Berlusconi potrebbe ricucire lo schieramento solo ponendo questioni di principio: chiedere rispetto in Europa, quello che vogliamo anche noi, popolo di destra.
“Berlusconi fu umiliato in Europa” disse Monti a una conferenza stampa, “e con lui noi tutti… ma per governare” potremmo rispondergli, “…ci vuole il consenso”. La Destra rivendica il principio di ‘esserci’: porre la questione delle alleanze non è prioritario, se non per ricordare eventi recentissimi (quelli da me elencati), a cui noi come italiani non possiamo che guardare con orgoglio vendicativo, come Berlusconi. Ecco perché la legge: ‘il nemico del mio nemico è mio amico’ vale anche per noi, non c’entrano le alleanze, è una questione di principio.