di Francesco Storace – Sono passati tutti i mesi estivi e siamo entrati in autunno, ma a nulla è servito tutto questo tempo per trovare una intesa tra i partiti sulla legge elettorale.
Fanno melina, si rimpallano responsabilità da destra a sinistra, al centro. Prima fanno credere di essere lontani, poi sono vicini a un testo comune di ispirazione francese, poi tedesca, poi misto, con preferenze o senza, con premio di maggioranza e percentuali improbabili. Come tanti scolaretti sotto la minaccia dei professori, a ogni richiamo dall’alto si fanno trovare presenti dicendo che c’è la volontà di arrivare in tempi stretti alla soluzione. Poi passata la ramanzina, ognuno torna a fare il Giamburrasca con gli amici.
Fatto sta che dal porcellum ora si paventa il superporcellum, e mentre loro si interrogano su come guadagnare più seggi pur avendo meno voti, il popolo si interroga ogni giorno sull’insensibilità di questa classe politica rispetto alle esigenze dei cittadini.
Tutto questo avviene, però, commettendo un gravissimo errore di sottovalutazione.
Li avevo già messi in guardia alcuni giorni fa, e sulla questione ho anche scritto a Napolitano dal quale sono in attesa di risposta, su una irregolarità gravissima che si stava commettendo. Il ministero dell’Interno, infatti, non ha ancora pubblicato il decreto relativo al censimento 2011, indispensabile per la definizione dei seggi elettorali. A sei mesi dalla data presumibile delle prossime elezioni, per legge, siamo autorizzati a iniziare la raccolta firme per la presentazione delle liste elettorali. E’ un nostro diritto, e intendiamo avvalercene. Domenica scorsa, il comitato centrale del partito ha dato mandato di iniziare la raccolta, avviando così il procedimento elettorale. Questo significa che qualunque ulteriore geniale trovata possano escogitare in Parlamento sui nuovi criteri elettorali a sottoscrizione delle liste gia’ iniziata, sarà passibile di ricorso da parte di un qualsiasi cittadino. Le prossime elezioni, quindi, potrebbero essere già da ora sub iudice. Devono imparare a rispettare le regole, senza cambiarle in corsa. Non si può iniziare la partita in undici e finirla in dodici. La loro sarebbe una spocchia insopportabile, l’ennesimo atteggiamento che indispone il popolo stanco di trucchi e sotterfugi. La devono smettere di inventarsi di tutto per cercare di mettere in difficoltà chi non era in Parlamento ma ci tornerà malgrado i loro sbarramenti, perché rappresenta milioni di italiani che con certa politica non vogliono avere più a che fare.
Hanno fatto male i conti se credono che anche questa volta tutto filerà liscio.