di Alessandro Nardone – Dunque è deciso: in Lombardia, Lazio e Molise si voterà il 10 e l’11 febbraio. Come immaginavamo, gli appelli al buon senso di chi, come Francesco Storace, chiedeva a gran voce di accorpare il voto delle elezioni regionali con quello delle elezioni politiche, sono stati lasciati cadere nel vuoto. D’altra parte abbiamo fatto il callo agli atteggiamenti di questa classe politica, che ama predicare bene per poi razzolare malissimo. Ma tant’è, non tutto è perduto, almeno sulla carta.
L’Election day è ancora possibile. Come? Semplice. Sciogliendo anticipatamente le camere e fissando l’appuntamento con il voto per le politiche nei medesimi giorni già fissati per le regionali, mossa che consentirebbe di risparmiare svariate decine di milioni di euro. Certo, il Capo dello Stato non ne vuole sapere, perchè fa di tutto per tenere Monti ed il suo governo in carica il più a lungo possibile e, dal canto loro, i partiti della casta non si stracciano le vesti per il semplice fatto che, così, hanno più tempo per tentare di rimettere insieme i loro cocci.
Insomma, checchè ne dicano, votare a poche settimane di distanza, sarebbe l’ennesima irresponsabile dimostrazione di quanto rispetto abbiano, questi signori, per i danari pubblici. D’altra parte sono gli stessi che in televisione fanno finta di protestare e poi, in Parlamento, votano provvedimenti tassassini come Imu ed aumento dell’Iva in nome di quell’immaginifico “rigore finanziario” che, puntualmente, non rispettano quando si tratta d’intascare i contributi elettorali o, come in questo caso, di non accorpare due tornate elettorali per mero calcolo politico.
Beh, signori, sappiate che oggi non abbiamo più intenzione di sobbarcarci i vostri sprechi. Sappiate che ogni euro buttato via per votare a febbraio e ad aprile equivarrà ad uno schiaffo in pieno volto agli italiani che, ogni giorno, devono fare i conti con la situazione drammatica in cui li avete cacciati con le vostre scelte scellerate.
Rifletteteci e e date il buon esempio. Almeno per una volta.