Sunday 24th November 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

Lavoricidi italiani

Lavoricidi italiani

di Francesca Riccioni – Lavoricidi italiani: un libro che accoglie le storie di venti persone, dai 20 ai 40 anni, con aspirazioni e competenze differenti, che sono costrette ad accontentarsi di lavori di fortuna sottopagati. 20 storie sue giù per la penisola italiana, di uomini e donne diversi per personalità, competenze ed estrazione sociale, laureati e badanti,  bibliotecari, escort e aspiranti cameriere.
Il romanzo si struttura come un romanzo corale di stampo cinematografico, risultato di un progetto nato all’interno del collettivo di scrittura Zaratan Clan fondato dai maceratesi Jonathan Arpetti e Paolo Nanni. È un “romanzo cooperativo” scritto da 20 giovani autori che hanno sviluppato altrettanti personaggi, le cui vicende si intrecciano, sotto la bandiera dell’individualismo, lungo tutta la penisola, nella tragedia quotidiana oggi nota come “mercato del lavoro”. Lavoricidi come “uccisioni del lavoro”, dei valori del lavoro e della vita. Quante cose inaccettabili ormai consideriamo “normali”? Lavoricidi come “lavoratori aspiranti suicidi”, solo per il fatto di averlo, un cosiddetto “lavoro”. 20 storie di ordinaria frustrazione, spesso storie vere vissute in prima persona dagli autori stessi. 20 storie che ne compongono una sola, una fotografia in movimento.
Lotta quotidiana che si tramuta in letteratura, per raccontare senza peli sulla lingua i luoghi, le situazioni, le illusioni e le disillusioni che stanno minando la salute mentale di tre generazioni di lavoratori.
“ Lo straordinario successo di Lavoricidi, primo esperimento narrativo sul tormentato rapporto tra giovani e mondo del lavoro, ideato da Francesca Riccioni (@FrancyErre su Twitter), ci ha spinti a considerare il fenomeno da un punto di vista più ampio”. Dichiarano i curatori Jonathan Arpetti e Paolo Nanni. “Siamo partiti dall’idea di offrire un canale di comunicazione a chi viveva situazioni di disagio, ormai stufi delle troppe parole vuote sull’argomento, strada facendo abbiamo capito che il nostro spirito di iniziativa può fungere persino da incoraggiamento”
Partendo da una semplice idea, il Clan ha raccolto in poco meno di un anno, decine di giovani autori, quasi tutti emergenti, offrendo loro la possibilità di una reale crescita all’interno di una fucina di idee in continua evoluzione. Con Lavoricidi italiani si sono aggiunti nuovi significativi contributi di scrittori affermati nel panorama nazionale.
“Ogni giorno assistiamo all’umiliazione di confrontarci con un mercato del lavoro che di lavoro ne vede ben poco ed ogni giorno qualcuno sembra aver tirato fuori la soluzione dal cilindro. Ieri eravamo definiti “bamboccioni”, oggi “choosy” ma la sostanza è la stessa, solo chi vive o ha vissuto sulla pelle le esperienze della nostra generazione può capire davvero, senza giudizi né pregiudizi”.
Lavoricidi italiani è stato presentato proprio nel giorno della sua uscita in libreria (lo potete trovare in tutte le Feltrinelli) a l’Ultima Parola. In studio Francesca Riccioni è stata intervistata da Giulia Cazzaniga sul tema dei choosy. “I giovani hanno voglia di lavorare, dobbiamo adattarci ma non piegarci a condizioni inaccettabili”. E’ stata la spiegazione di Francesca ai microfoni dell’Anteprima web, a cui ha fatto seguito un breve intervento nel corso della puntata serale del 26/10.
La narrazione non scende mai nella retorica del lamento collettivo, né si prefigge didascalici obiettivi di denuncia. Il Lavoricidio è una condizione perfettamente letteraria, come spiega Paolo Nanni:
“Ricordate Fight Club? “Tu non sei il lavoro che fai”. Viviamo in un paese che fin dal primo articolo della costituzione ci insegna il contrario. Quindi il vero lavoricidio a cui il titolo fa riferimento è l’assassinio dell’identità. Se non hai lavoro pare che tu non abbia altro modo di esprimerti e riconoscerti. Se lo trovi, bene, ma probabile che sia tu a dover somigliare al lavoro che fai, piuttosto che il contrario.”
Per questi motivi Lavoricidi italiani è prima di tutto un romanzo, un romanzo collettivo ambientato in un’epoca, che fotografa un’epoca, il romanzo di un’epoca.
Gli autori dello ZARATAN CLAN, progetto di scrittura collettiva e sociale:

Jonathan Arpetti, Christina Barbara Assouad, Silvia Conforti, Stefania Conte, MarcovApolloni, Simona Castiglione, Eliselle, Connie Furnari, Carlo Giuttari, Sandra Mazzinghi, Gianluca Mercadante, Paolo Nanni, Francesca Riccioni, Daniela Rindi, Alessandro Seri,Gabriele Sorrentino, Guendalina Tambellini, Carmelita Tesone, Carlo Vanni, Berenice Vena.

I “registi” dello ZARATAN CLAN:

Jonathan Arpetti impiegato e scrittore, dopo il primo romanzo Fino alla fine del mondo (Giovane Holden editore 2007), da cui è stata tratta la rappresentazione teatrale Rifrazioni, nel maggio 2010 ha vinto un concorso letterario per autori esordienti (Salone del libro di Torino, organizzato da Radio24 in collaborazione con Cult editore) con il libro I Love Ju (romanzo d’amore sulla Juventus), che presto diventerà un film, per il quale sta scrivendo la sceneggiatura.
Paolo Nanni diplomato in giornalismo, lavora nell’ambito della comunicazione e della promozione culturale collaborando con varie associazioni a progetti sociali, artistici e musicali. Videomaker, realizza cortometraggi e videodocumenti. Appassionato di cinema, ha fondato il cineclub Vertigine e allestisce rassegne e retrospettive. È anche autore e regista teatrale.

Blog del libro: http://lavoricidi-italiani.blogspot.it/ (su cui è possibile interagire con gli autori e seguire gli aggiornamenti delle presentazioni del libro in tutta Italia, o, ovviamente, invitare gli autori a presentare il proprio libro)

ISBN 978-88-96910-25-2

Miraggi Edizioni – Via Dronero, 2 – 10144 Torino
e-mail info@miraggiedizioni.it – web: www.miraggiedizioni.it

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1 Comment

  1. Matteo Gianola Carini 9 Novembre 2012 at 09:06

    Mi permetto di segnalare un mio articolo sull’argomento di qualche giorno fa apparso su una testata con cui collaboro come columnist: “Generazione Choosy”
    http://thefielder.net/06/11/2012/generazione-choosy-si-grazie/
    Quersto è il dramma di quella che, in maniera più esplicita, può essere meglio definita come “generazione cacciata”, dal potere, dal lavoro, dalla rappresentanza politica!

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