di Alessandro Nardone – Chiunque – al di là del proprio orientamento politico – abbia un minimo di onestà intellettuale, non potrà fare a meno di riconoscere a Francesco Storace straordinarie doti di comunicatore tanto che, alcuni addetti ai lavori, affermano che “Negli Stati Uniti, uno come Francesco sarebbe uno spin-doctor che Obama e Romney si contenderebbero a suon di milioni di dollari, per la gestione della loro campagna elettorale”. Come lui nessuno, almeno in Italia. Già, perché un conto è avere visibilità potendo spendere decine di milioni di euro (cosa di cui sarebbe capace anche un novellino) altro, invece, è riuscire a conquistarsela con mezzi economici modesti e senza i cosiddetti poteri forti alle spalle. Sono le idee a fare la differenza, in questo caso, e lui ne ha sempre avute in dosi assai massicce. Esattamente come la costanza, altro ingrediente imprescindibile, se s’intende dare continuità e credibilità alla propria azione. Insomma, come si dice in gergo, bisogna essere in grado di “stare sempre sul pezzo”. Per riuscirci, molti suoi colleghi spendono fior di quattrini, che servono per avere a libro paga addetti stampa, addetti al social networking (chi gestisce i profili di Facebook e Twitter) e, in alcuni casi, anche un ghostwriter, ovvero colui che scrive i discorsi al politico in questione. Una vera e propria categoria, il cui capostipite dell’era moderna è, senza alcun dubbio, quel Theodore Sorensen che scrisse di suo pugno tutti i discorsi più famosi pronunciati da John Fitzgerald Kennedy.
Francesco Storace, invece, fa tutto da solo, e lo fa talmente bene da non avere eguali. Vi sfido, infatti, a trovarmi un altro politico italiano che – da ormai più di cinque anni – scrive, ogni santo giorno, un editoriale per il suo blog. Ecco, vi conviene risparmiare il vostro tempo, perché non troverete nessuno. Quanto all’uso dei new media, poi, perfino Beppe Grillo è arrivato dopo di lui, che ha aperto il suo blog personale in coincidenza con la fondazione de La Destra. Correva l’anno 2007. Appare evidente che, quest’enorme mole di lavoro, sia figlia della grande passione che Francesco ha sempre avuto per il giornalismo, non a caso, come dice la sua biografia di Wikipedia, ha scalato tutti i gradini del Secolo d’Italia, ed è stato capo ufficio stampa del Msi prima e di Alleanza Nazionale poi. Tanto per intenderci, Storace è quella persona che riuscì a far avere visibilità ad un certo Gianfranco Fini, quando ancora nessuna sapeva chi fosse; a chi non conosce il nostro ambiente sembrerà un paradosso, ma Fini deve moltissimo a Francesco Storace.
Ora, a cinquantatre anni e con moltissima battaglie politiche già all’attivo (e almeno altrettante ancora da combattere), si appresta a vivere una nuova avventura, dove le sue grandi passioni – quella per il giornalismo e quella per la politica – si fonderanno tra loro dando vita al Giornale d’Italia, ambiziosissimo progetto di un nuovo giornale on-line che, proprio questa mattina, ha finalmente visto la luce.
Molto probabilmente, solo fino a qualche anno fa, buttarsi nell’avventura di un quotidiano sarebbe stato proibitivo – quando non impossibile – per chi, come Il Giornale d’Italia, non ha alcun accesso ai finanziamenti pubblici. Oggi, invece, c’è internet e, proprio grazie alla rete, ogni mattina sarà possibile sfogliare il giornale dal proprio computer, tablet o smartphone.
Un giornale che, come scrive Storace nel suo primo editoriale, sarà un giornale d’area e non un organo di partito e nasce con l’ambizione di “raddrizzare questa Italia a rovescio che a fronte della delinquenza che impazza pensa all’amnistia; mancano soldi e ci propina tasse; umilia i giovani aumentando l’eta pensionabile. Noi ci siamo. A mani nude a scansare le macerie”.
Insomma, un punto d’incontro dove poter parlare di cose concrete tentando di dare voce e spazio ad una Comunità, quella della destra, che è stata frantumata dalla cieca irresponsabilità di Gianfranco Fini e, va detto, dal colpevole silenzio di chi lo ha sempre lasciato fare. Ora, come dice Marcello Veneziani, è giunto il momento di ricostruire e, con Il Giornale d’Italia, Francesco Storace ha dimostrato (con i fatti) di essere l’unico ad essersi rimboccato le maniche, mettendosi a lavorare a testa bassa per ridare dignità ad un popolo intero. Sotto a chi tocca.