di Guido Giraudo – Alessandro Nardone è diventato, per me, l’uomo delle sorprese. Prima con “Ti odio da morire”romanzo audace, spinto, sofferto, poi con “La destra che vorrei”, saggio idealista e oggi come oggi utopico, vista la situazione, ed oggi con “Il Predestinato”, un romanzo nel quale è stato capace di miscelare fantapolitica, spy story ed una storia non priva di sentimento. Trovo che Alessandro sia un italiano che scrive come un americano, oserei dire con quell’infantilismo credulone degli americani, che sono artefici delle peggior cose con il serafico sorriso della democrazia, del sogno americano, del “american way of live” Un italiano, un europeo – comunque sarebbe stato critico, sarcastico, avrebbe messo in guardia, avrebbe preso posizione… – invece Alessandro si immedesima nel Predestinato e scrive come avrebbe scritto un agiografo del suo staff. “Il Predestinato” è un libro sorprendente perché sospeso nel tempo, affronta argomenti ancora di grandissima attualità lasciando aperta la porta a un sequel che diventa quasi obbligatorio per i lettori. E’ difficile mettere insieme un racconto nuovo con elementi che sembrano tutti triti e ritriti: tutti sanno o immaginano le trame di perfide lobby come Skull and Bones, la Trilateral, la fondazione Rockfeller, il Bildberg Group – peraltro noi italiani nasciamo da una storia che è stata manipolata dalla Massoneria internazionale e non possiamo stupirci troppo… Tutti sanno che siamo non spiati, di più, monitorati, taggati, georefenrenziati… per il nostro bene, naturalmente, per la nostra sicurezza, ovviamente… Tutti sappiamo che la CIA e l’FBI sono un coacervo di fazioni interne in eterno dissidio tra loro e che a fare le spese di questi dissidi dopo le rivoluzioni e i golpe sudamericani, adesso siamo noi con le brillanti iniziative della Primavera araba… ma anche qui non ci stupiamo visto che la storia italiana è ricca di servizi segreti deviati e di stragi di stato impunite. Dunque, l’abilità di Nardone è di aver preso ingredienti ovvi e conosciuti riuscendo a tirarne fuori un piatto innovativo, sorprendente, gustoso… stuzzicante. Per cui ora dall’Uomo delle sorprese ci aspettiamo un quarto libro di … gastronomia, perché no?