Thursday 21st November 2024,
IL DESTRO // Idee che ti mettono al tappeto

Non è tempo per noi. Ecco perché mi toccherà annullare la scheda

Non è tempo per noi. Ecco perché mi toccherà annullare la scheda

di Alessandro Nardone – Ormai ci siamo: all’appuntamento con le urne manca una manciata di giorni, e la campagna elettorale più demenziale della storia repubblicana sta per concludersi. Grazie al Cielo. Uno spettacolo davvero deprimente da qualsiasi angolazione lo si guardi anche se, va detto, per chi come il sottoscritto vi assiste dalla parte destra della platea siamo a livelli fino a qualche anno fa inimmaginabili, degni di una puntata di “Ai confini della realtà”.

L’altra sera ho partecipato ad un interessante incontro con Claudio Martelli, durante il quale l’ex numero due di Bettino Craxi ha presentato il suo libro facendo un excursus della storia del Partito Socialista nel trentennio che ha avuto inizio negli anni sessanta e che, come tutti sappiamo, si è consumato nei primi anni novanta, con l’avvento di Tangentopoli.

Mentre lo ascoltavo, e lo sentivo parlare del suo partito e dei suoi “compagni” unicamente al passato, ho riflettuto sul fatto che anche chi proviene dalla storia di Alleanza Nazionale, oggi si trovi in una condizione simile. Una sorta di nemesi. Dalle monetine del Raphael alle porchette di Fiorito. Invito chi sta storcendo il naso a ragionare su alcune similitudini pressoché oggettive. La prima è che, essendo venuta a mancare la “casa madre”, ovvero il partito di riferimento, la cosiddetta classe dirigente si è sparpagliata: qualcuno in micro-riproposizioni di ciò che era e non sarà mai più, ed altri scegliendo il viatico del grande partito di turno. In entrambi i casi il comune denominatore è soltanto uno e da ha un nome ed un cognome: sopravvivenza politica.

Ma, al netto degli ex colonnelli, l’aspetto che più m’interessa è quello relativo alla base, ovvero a chi ha contribuito a fare la storia del proprio partito stando nelle istituzioni locali, facendo il militante, o anche soltanto da semplice simpatizzante. Ecco, l’aria che si respira tra noi ha lo stesso odore di quella che ho respirato l’altra sera insieme agli amici di fede socialista che hanno organizzato la serata con Martelli. È un odore poco gradevole, che sa di reducismo e di “dovunque andremo non saremo mai a casa nostra”.

Il mio intento, però, non è quello di lanciare l’ennesimo j’accuse. Per come la vedo la mia generazione si è divisa e sfilacciata già abbastanza a causa delle divisioni di via della Scrofa.

Arrivati a questo punto, non rimane che aspettare quello che si configura come il redde rationem del centrodestra d’antan, per poi mettere un macigno sul passato e ripartire da zero.

Personalmente, dal punto di vista politico, in questo momento mi sento un po’ come il viandante raffigurato nel capolavoro di Friedrich. Ne consegue che, tra qualche giorno, non riconoscendomi in alcuno dei partiti attuali, annullerò la scheda, per la prima volta in vita mia. Con l’auspicio che sia anche l’ultima.

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