di Alessandro Nardone – Per anni, Valentino Rossi, ha affermato che, per vincere, non contava la moto, ma il “manico”, ovvero il pilota. Per anni, Valentino Rossi, ha accusato Max Biaggi di lamentarsi eccessivamente della moto, lasciando intendere che lo avrebbe battuto anche in sella ad un triciclo. Decisamente poco rispettoso, nei riguardi del rivale che, più di tutti, gli aveva dato filo da torcere. Ma, siccome il tempo è sempre galantuomo, oggi raccontiamo una realtà diversa, a parti invertite. Valentino Rossi che, in sella alla Ducati, arranca da due anni, e Max Biaggi che, in sella all’Aprilia, si laurea Campione del Mondo per la seconda volta in tre anni. Una bellissima storia, certo, che racchiude due morali: la prima è che, a tutti, ma proprio a tutti, serve prendere qualche ceffone per tornare con i piedi per terra e fare un bel bagno d’umiltà; la seconda, invece, riguarda lo spirito, quegli “occhi della tigre” che dobbiamo avere nei momenti più difficili, quelli che ci servono per non mollare anche quando tutto sembra perduto, esattamente quelli che hanno consentito a Max di conquistare il suo sesto titolo mondiale a quarantun anni, dopo che in molti lo avevano dato per finito e che, scommettiamo, serviranno anche a Valentino per rialzarsi e dimostrare (ancora) il suo indiscusso valore. Hai visto mai che, un giorno, potremo vederli esultare insieme.
MotoGp vs. Superbike, come paragonare un Boeing con un Cessna. Biaggi è bravo, nessuno lo nega. Al di là di ogni ulteriore superfluo commento, ci sono dei dati di fatto: la Ducati di italiano aveva solo il nome in quanto di proprieta’ di un fondo private equity americano ed ora dei tedeschi dell’audi (rispettabilissimi). L’Aprilia da anni non è piu’ dei padri fondatori (ora mi sfugge il cognome) ma è stata acquista dal gruppo Piaggio del sig. Colanninno. Gia’ braccio forte dell’on Viceconte D’Alema, a cui era stata regalata a suo tempo la Telecom. Beh, sinceramente preferisco i seri ed integerrimi giapponesi (vedasi Honda e Yamaha) che un affarista senza scrupoli quale Colaninno.
Con rispetto.
EV